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George Weah

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L'origine dell'inno



All'interno del contesto giudaico cristiano, il canto degli inni risale all'epoca del Libro dei Salmi. Le chiese orientali di Antiochia e Costantinopoli furono centri dell'innografia del cristianesimo delle origini. La prima raccolta di inni cristiani, il Salterio gnostico, conteneva parafrasi dei Salmi. Il successo di quest'opera indusse sant'Efrem, monaco siriano di Odessa, a scrivere inni in siriaco allo scopo di diffondere la fede cristiana.

Nel III e IV secolo scrissero inni, in greco, padri della Chiesa e alti prelati come Metodio, Sinesio e Gregorio di Nazianzo. Solo poche melodie di questi canti sono giunte fino a noi, le più antiche delle quali risalgono al 300 circa.

I primi inni cristiani

Il primo autore di inni cristiani in latino fu il prelato francese del IV secolo sant'Ilario. Poco dopo la sua morte, sant'Ambrogio e altri istituirono l'uso regolare di inni e salmi nella liturgia cristiana occidentale. Ambrogio stesso scrisse molti testi e forse alcune delle melodie che ci sono pervenute.

Sino al X secolo, gli inni erano cantati raramente all'interno della messa. In seguito si cominciarono ad aggiungere parole di lode a Dio nei lunghi brani cantati sulla parola alleluia, sostituendole alla prolungata a finale. I passi di canto e testo di lode vennero chiamati sequenze.

Sul finire del Medioevo e nel primo Rinascimento molti autori composero arrangiamenti polifonici di questi inni. Sequenze e inni non venivano mai cantati dai fedeli, ma esclusivamente dai sacerdoti e dal coro. Solo nel tardo Cinquecento l'inno divenne un canto di congregazione; tale innovazione fu una delle riforme introdotte da Martin Lutero.

Inni protestanti

Gli inni della Chiesa protestante prendono il nome di corali. I primi corali luterani attinsero a fonti profane e sacre (compresi i canti gregoriani) o composte da Lutero e i suoi colleghi. I testi non erano più in latino bensì in tedesco. Lo scopo di questi autori era fornire ai fedeli robuste melodie di buona qualità, eseguibili anche da chi non avesse una specifica preparazione musicale.

In Francia, il poeta Clement Marot e il teologo e riformatore protestante Theodore Beza tradussero i Salmi in francese adottandone la metrica. Le traduzioni furono introdotte da Giovanni Calvino nel suo sistema di culto e vennero adottate dalle Chiese riformate di Francia e Svizzera. Le melodie furono scelte o composte dal musicista francese Louis Bourgeois. Altri due compositori francesi del Seicento, Claude Goudimel e Claude Le Jeune, crearono arrangiamenti a quattro voci delle melodie di Bourgeois.

Versioni inglesi dei Salmi furono pubblicate nel 1562 da Thomas Sternhold e John Hopkins. Nel 1612 un salterio simile fu pubblicato in Olanda dal separatista inglese Henry Ainsworth. Il Salterio Ainsworth venne portato in America dai Padri Pellegrini nel 1620.

Sviluppi moderni

All'inizio del Settecento, il teologo inglese Isaac Watts scrisse circa seicento testi di inni, pubblicati tra il 1707 e il 1719, da cui fu tratto il grosso dell'innario americano per i successivi centocinquant'anni. Altri importanti inni metodisti furono composti dall'organista e compositore inglese Charles Wesley. Dall'inizio dell'Ottocento gli inni cominciarono gradualmente a diventare parte integrante dei servizi religiosi della Chiesa d'Inghilterra.

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